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Leoni, capre, daini e pappagalli ai Giardini Margherita

leone giardini margheritaI Giardini Margherita furono famosi anche per le loro gabbie di animali.
La prima gabbia che fu predisposta accoglieva daini e capre, poi, nel 1939, come dono dei reduci della Decima Legio, venne introdotta un’altra gabbia: il dono infatti consisteva in due leoncini, Reno e Sciascia, provenienti dall’Etiopia.
Alcuni bolognesi ricordano ancora il ruggito di Reno (I, II o III? Di Reno ce ne furono tre1) nelle calde notti estive.
daini giardini margheritaLe gabbie si trovavano dove ora spicca la Capanna Villanoviana. Ma oltre a daini, capre e leoni c’erano anche, ovviamente in gabbie separate, pappagalli variopinti e scimmie.
In quel periodo tra l’altro venne recintato il laghetto per potervi ospitare fenicotteri, gru e cigni. Non durarono molto e alla loro dipartita, vennero sostituiti con germani reali e anatre. Purtroppo adesso neanche questi ci sono più. Forse per la quantità esorbitante di tartarughe assassine e di pesci più simili a squali balena che a comuni carpe d’acqua dolce?

Durante gli anni Settanta le gabbie furono spesso forzate dagli animalisti che liberavano gli animali, così risultata spesso e volentieri, come assai pericolosa. Si narra che una scimmia liberata attaccò un turista cinese staccandogli quasi un orecchio.

Insomma, tra daini, capre, leoni, scimmie, struzzi (per un breve periodo ci furono pure quelli), gru, fenicotteri e cavalli (nell’ippodromo ubicato sul pratone, c’era la preoccupazione per i bambini delle scuole Fortuzzi. Le scuole difatti erano state create con lo scopo di aiutare i bambini malati di tubercolosi e farli stare all’aria aperta.

Così tra ambientalisti e motivi igienici le gabbie furono dismesse negli anni 80 e poveri animali portati in oasi a loro più congeniali.

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Piccoli scorci dei Giardini Margherita nel tempo Immagini tratte da fondi filmici dell'Archivio Nazionale del Film di Famiglia